Assumere personale nel 2023 con il lavoro a chiamata

Assumere personale nel 2022 con il lavoro a chiamata

Parliamo di lavoro a chiamata

Il momento economico attuale richiede sempre più alle aziende di ridurre la spesa del personale e assumere dipendenti a costi ridotti.

Le aziende che hanno questa necessità spesso mi chiedono chiarimenti sul funzionamento del contratto a chiamata (o intermittente).
Si tratta di un tipo di rapporto in cui il dipendente viene chiamato dal datore quando ne ha bisogno.

In questo articolo ti darò alcune indicazioni su:

  • Quando può essere utilizzato
  • Come si regolamenta
  • Quanto può durare
  • Cos’ è l’indennità di disponibilità
  • Quanto costa all’azienda
  • Come si comunica l’inizio di una prestazione lavorativa
  • Alcune buone regole da conoscere

Iniziamo!

 

Quando può essere utilizzato il contratto a chiamata

Il contratto a chiamata può essere stipulato alternativamente per:

Causa soggettiva: per lo svolgimento di qualsiasi tipo di attività con soggetti di età superiore a 55 anni (quindi anche pensionati) o di età inferiore a 24 anni ( le prestazioni contrattuali devono essere svolte entro i 25 anni);

Causa oggettiva: ossia il contratto collettivo di riferimento dell’azienda stabilisce i casi in cui si può applicare questo rapporto. In assenza di regolamentazione da parte dei CCNL si fa riferimento al Decreto Ministeriale del 23 ottobre 2004 contenente l’elenco delle occupazioni per le quali è possibile ricorrere al lavoro discontinuo.

 

Come si regolamenta il contratto a chiamata

Un contratto di lavoro intermittente deve sempre essere regolamentato per iscritto con le seguenti indicazioni:

  • durata, se a tempo determinato o indeterminato;
  • causale del ricorso al lavoro intermittente (soggettiva o oggettiva);
  • dove e in quale modo avviene questo tipo di rapporto di lavoro e qual è la disponibilità che si richiede al lavoratore;
  • il preavviso di chiamata (ed eventuale indennità di disponibilità);
  • trattamento economico;
  • modalità di chiamata del lavoratore;
  • eventuali misure di sicurezza.

 

Quanto può durare un contratto a chiamata 

Il contratto intermittente è ammesso per ciascun lavoratore con lo stesso datore di lavoro, per un periodo complessivamente non superiore alle 400 giornate di effettivo lavoro nell’arco di 3 anni solari (fanno eccezione i settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo, per i quali non ci sono tali limiti).

 

Cos’è l’indennità di disponibilità

L’obbligo di rispondere alla chiamata del datore di lavoro è legata a quanto segue:

Se è prevista una indennità di disponibilità il lavoratore è tenuto a rispondere alle convocazioni dell’azienda e a giustificarsi qualora non possa farlo;

Senza garanzia di disponibilità: il lavoratore è libero di accettare o meno la chiamata proposta.

 

Quanto costa all’azienda il contratto a chiamata

Il lavoratore viene retribuito in base alle ore di lavoro effettivo svolte.

Tranne il caso in cui sia prevista l’indennità di disponibilità (che rappresenta un costo fisso per l’azienda) il costo retributivo e contributivo è parametrato alle ore di lavoro svolte.

I dipendenti nei giorni in cui prestano l’opera devono avere gli stessi diritti e la stessa paga oraria di quelli assunti con contratti a tempo determinato o indeterminato.

 

Come si comunica l’inizio di una prestazione lavorativa

Prima dell’inizio della prestazione il datore di lavoro è tenuto a inviare una comunicazione all’Ispettorato territoriale del lavoro competente.

La comunicazione può essere effettuata anche nello stesso giorno di inizio della prestazione (purché prima dell’effettivo impiego del lavoratore).

L’omessa comunicazione comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa da un minimo di 400 ad un massimo di 2.400 euro per ogni dipendente per il quale non sia stata data notizia dell’avvio della prestazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

 

Alcune buone regole da conoscere

Nonostante l’estrema flessibilità di questo contratto, occorre fare attenzione a quanto segue:

  • si tratta di un contratto di lavoro subordinato e quindi l’azienda è tenuta a comunicare l’assunzione al Centro per l’Impiego mediante invio telematico del modello Unilav entro le ore 24 del giorno antecedente all’ avvio del rapporto;
  • il datore di lavoro non può convocare il lavoratore quando vuole. Deve farlo in base alle modalità previste nel contratto e in ogni caso esiste per legge un preavviso obbligatorio di almeno 1 giorno;
  • le giornate di lavoro, l’eventuale indennità di disponibilità erogata e il trattamento economico riconosciuto al lavoratore devono essere indicati nel Libro unico del lavoro dell’azienda come per gli altri dipendenti non a chiamata.

 

Mi auguro di averti dato delle informazioni utili e se vorrai potrai contattarmi per una consulenza al numero 0574 1747258.

A presto!

Condividi questo articolo su:

Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on pinterest
Pinterest
Share on linkedin
LinkedIn

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Parla direttamente con me...

Richiedi una consulenza

Social Media

Cerca nel Blog:

Categorie Articoli:

Categorie

Notizie più popolari

Ricevi le ultime novità

Iscriviti alla Newsletter

No spam, riceverai una email di notifica quando saranno diponibili nuovi aggiornamenti sul mondo del lavoro. 

Menù di navigazione

Articoli Correlati

Potrebbe Interessarti anche:

Mancato preavviso: cosa comporta?

Hai lasciato il tuo posto di lavoro da un giorno all’altro?? Capita spesso che alcuni lavoratori mi chiedano se il calcolo dell’indennità di mancato preavviso sia corretto. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e a cosa porre attenzione. L’obbligo di rispettare il periodo di preavviso sussiste sia in caso di dimissioni volontarie del lavoratore

dimissioni

Posso dimettermi dal contratto a termine?

Alcuni lavoratori spesso sollevano dubbi in merito alle dimissioni prima del termine nel caso di un contratto a tempo determinato. Temono infatti che il datore di lavoro possa rivalersi su di loro reclamando un risarcimento per il danno subito e trattenendo la somma in busta paga. Nel contratto a termine le parti stabiliscono in anticipo

patto di non concorrenza

Patto di non concorrenza fra dipendente e datore di lavoro

Può accadere che le aziende affianchino al contratto di assunzione il cosiddetto “patto di non concorrenza” volto a tutelare il know-how aziendale. Vediamo di cosa si tratta e a cosa deve porre attenzione il lavoratore affinché sia valido. Il patto di non concorrenza è regolato dall’art. 2125 del Codice civile ed è una clausola contrattuale con

Lavoro a chiamata o voucher? Ecco cosa conviene.

  “Mi conviene il lavoro a chiamata o il voucher?” Quale delle due forme contrattuali è più conveniente per il datore di lavoro? Questa domanda mi viene spesso rivolta dalle aziende che hanno bisogno di una prestazione flessibile o saltuaria. Proviamo a fare un po’ di chiarezza 😄   Nel presente articolo vedremo: Cosa sono

Richiedi una consulenza gratuita

Parla direttamente con me...