Sai come assumere un lavoratore a chiamata nella tua azienda?
Il momento economico attuale richiede sempre più alle aziende di ridurre la spesa del personale e assumere dipendenti a costi ridotti.
Con il contratto a chiamata il dipendente viene chiamato dal datore quando ne ha bisogno.
Vediamo meglio gli aspetti principali di questa tipologia di lavoro.
Quando può essere utilizzato il contratto a chiamata
Il contratto a chiamata ( anche detto intermittente) può essere stipulato alternativamente per:
Causa soggettiva: per lo svolgimento di qualsiasi tipo di attività con soggetti di età superiore a 55 anni (quindi anche pensionati) o di età inferiore a 24 anni ( le prestazioni contrattuali devono essere svolte entro i 25 anni);
Causa oggettiva: ossia il contratto collettivo di riferimento dell’azienda stabilisce i casi in cui si può applicare questo rapporto. In assenza di regolamentazione da parte dei CCNL si fa riferimento al Decreto Ministeriale del 23 ottobre 2004 contenente l’elenco delle occupazioni per le quali è possibile ricorrere al lavoro discontinuo.
Disciplina del contratto a chiamata
Un contratto di lavoro a chiamata deve sempre essere regolamentato per iscritto con le seguenti indicazioni:
- durata, se a tempo determinato o indeterminato;
- causale del ricorso al lavoro intermittente (soggettiva o oggettiva);
- dove e in quale modo avviene questo tipo di rapporto di lavoro e qual è la disponibilità che si richiede al lavoratore;
- il preavviso di chiamata (ed eventuale indennità di disponibilità);
- trattamento economico;
- modalità di chiamata del lavoratore;
- eventuali misure di sicurezza.
Quanto può durare un contratto a chiamata
Il contratto intermittente è ammesso per ciascun lavoratore con lo stesso datore di lavoro, per un periodo complessivamente non superiore alle 400 giornate di effettivo lavoro nell’arco di 3 anni solari (fanno eccezione i settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo, per i quali non ci sono tali limiti).
Cos’è l’indennità di disponibilità
L’obbligo di rispondere alla chiamata del datore di lavoro è legata a quanto segue:
- se è prevista una indennità di disponibilità: il lavoratore è tenuto a rispondere alle chiamate e giustificarsi qualora non possa farlo;
- senza garanzia di disponibilità: il lavoratore è libero di accettare o meno la chiamata proposta.
Costi del lavoro a chiamata
Il lavoratore viene retribuito in base alle ore di lavoro effettivo svolte.
Tranne il caso in cui sia prevista l’indennità di disponibilità (che rappresenta un costo fisso per l’azienda) il costo retributivo e contributivo è parametrato alle ore di lavoro svolte.
I dipendenti nei giorni in cui prestano l’opera devono avere gli stessi diritti e la stessa paga oraria di quelli assunti con contratti a tempo determinato o indeterminato.
Modalità di comunicazione della prestazione
Prima dell’inizio della prestazione il datore di lavoro è tenuto a inviare una comunicazione all’Ispettorato territoriale del lavoro competente.
La comunicazione può essere effettuata anche nello stesso giorno di inizio della prestazione (purché prima dell’effettivo impiego del lavoratore).
L’omessa comunicazione comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa da un minimo di 400 ad un massimo di 2.400 euro per ogni dipendente per il quale non sia stata data notizia dell’avvio della prestazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro.
Consigli sul contratto a chiamata
Nonostante l’estrema flessibilità di questo contratto, occorre fare attenzione a quanto segue:
- si tratta di un contratto di lavoro subordinato e quindi l’azienda è tenuta a comunicare l’assunzione al Centro per l’Impiego mediante invio telematico del modello Unilav entro le ore 24 del giorno antecedente all’ avvio del rapporto;
- il datore di lavoro non può convocare il lavoratore quando vuole. Deve farlo in base alle modalità previste nel contratto e in ogni caso esiste per legge un preavviso obbligatorio di almeno 1 giorno;
- le giornate di lavoro, l’eventuale indennità di disponibilità erogata e il trattamento economico riconosciuto al lavoratore devono essere indicati nel Libro unico del lavoro dell’azienda come per gli altri dipendenti non a chiamata.
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