Sai quanto costa un dipendente alla tua azienda?

Una delle voci di spesa che più preoccupa le aziende è quella per il personale.

Se stai pensando di assumere nuovo personale o vuoi capire come calcolare (in modo sommario) il costo dei dipendenti che già hai, in questo articolo ti indico quali sono le voci di spesa principali, come si quantificano e per finire un semplice esempio di calcolo.

Sei pronto? Cominciamo!

Gli elementi che definiscono il costo del personale variano in base alla tipologia della tua azienda.
In particolare:

  • Il settore a cui appartiene (definito dal codice ATECO che determina poi di solito il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro da applicare);
  • La tipologia di contratto e la sua durata (ad esempio, se vuoi assumere un apprendista la percentuale contributiva è più bassa rispetto ad altre tipologie di contratto);
  • La mansione e il livello del dipendente;
  • L’orario che farà (nel caso di part-time o full-time);
  • La possibilità di accedere a sgravi contributivi. Potrebbero interessarti a tal proposito gli articoli sulle agevolazioni per assunzioni donne, assunzioni over 50, assunzioni under 36.

 

Detto questo, gli elementi che definiscono il costo sono tre:

  1. La retribuzione annua lorda (RAL)
  2. Contributi previdenziali e assicurativi (Inps e Inail)
  3. Il trattamento di fine rapporto (TFR)

 

Vediamo singolarmente ognuno di questi elementi.

RAL: definizione, composizione e calcolo

La Retribuzione annua lorda (RAL) è il primo dato che devi conoscere per sapere quanto un dipendente costa alla tua azienda. È partendo da questo importo infatti che potrai calcolare le altre componenti del costo di un lavoratore (contributi e TFR).

La RAL di un dipendente è la somma di tutti gli stipendi ricevuti nell’arco di un anno solare.
Attenzione però: si tratta degli importi lordi, che includono cioè le tasse e i contributi previdenziali (che sono circa 1/3 del totale) che il dipendente è tenuto a pagare.

Per calcolare la RAL dovrai quindi moltiplicare l’importo della retribuzione prevista dal CCNL in base al livello del dipendente per 12 mensilità.

A queste, poi, dovrai aggiungere l’importo di tredicesima e quattordicesima, se previste.

Contributi previdenziali e assicurativi: i costi per INPS e INAIL

I contributi previdenziali sono pagati in parte dal dipendente (tramite trattenuta in busta paga) e in parte dal datore di lavoro. La parte a carico del datore, non inclusa nella RAL, è un altro importante elemento da considerare per calcolare il costo aziendale di un dipendente. Si tratta delle somme necessarie a garantire al lavoratore la pensione (contributi INPS) e l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali (contributi INAIL).

Il loro importo varia in base alla RAL del lavoratore e a vari altri elementi: tipo di attività svolta dall’azienda (commerciale, industriale, agricola); dimensioni e natura giuridica della società; qualifica del dipendente. In linea di massima comunque, i costi previdenziali e assicurativi a carico del datore di lavoro ammontano a circa il 31% della RAL.

Il pagamento dei contributi all’Inps si effettua mensilmente, tramite modello F24.

I contributi da versare all’Inail variano in base al settore dell’azienda e alla pericolosità delle lavorazioni. Un tasso medio si aggira attorno al 15 per mille della RAL.

Trattamento di fine rapporto (TFR): calcolo dell’importo

Il trattamento di fine rapporto (TFR) è una retribuzione differita nel tempo, ossia che andrà accantonata e rivalutata ogni anno e versata al termine del rapporto di lavoro.

Per calcolare l’importo da accantonare per il TFR di un dipendente occorre dividere la RAL per 13,5. Il risultato andrà rivalutato al 31 dicembre di ogni anno con un tasso fisso dell’1,5% più il 75% dell’aumento dell’indice ISTAT.

 

Esempio di calcolo

A questo punto, abbiamo tutti gli elementi necessari per procedere al calcolo del costo annuo del dipendente.

 

RAL                                         euro 1508,00*14 mensilità    = euro 21112,00

Contributi Inps                       euro 21112,00*31%               = euro 6544,72

Contributi Inail                       euro 21112,00*15per mille    = euro 316.68

Quota annua Tfr                     euro 21112,00/13.5               = euro 1563,85

Rival. Tfr (aumento Istat 1%) euro 1563,85 x 2,25%             = euro 35,19

______________

TOTALE COSTO ANNUO                                                      = euro 29572,44

 

Questo importo potrà variare in base all’orario del dipendente (se effettua orario part time al 50% l’importo totale sarà dimezzato), in base alla durata del contratto (se è a tempo determinato) e alla presenza di eventuali agevolazioni contributive (apprendistato o altro).

Mi auguro di avere reso più chiaro possibile questo argomento e se vorrai ti consiglio di leggere altri articoli del mio blog che potrebbero interessarti.
Se hai bisogno di una consulenza approfondita contattami al numero 0574 17 47 258

 

A presto!

Condividi questo articolo su:

Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on pinterest
Pinterest
Share on linkedin
LinkedIn

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Parla direttamente con me...

Richiedi una consulenza

Social Media

Cerca nel Blog:

Categorie Articoli:

Categorie

Notizie più popolari

Ricevi le ultime novità

Iscriviti alla Newsletter

No spam, riceverai una email di notifica quando saranno diponibili nuovi aggiornamenti sul mondo del lavoro. 

Menù di navigazione

Articoli Correlati

Potrebbe Interessarti anche:

Mancato preavviso: cosa comporta?

Hai lasciato il tuo posto di lavoro da un giorno all’altro?? Capita spesso che alcuni lavoratori mi chiedano se il calcolo dell’indennità di mancato preavviso sia corretto. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e a cosa porre attenzione. L’obbligo di rispettare il periodo di preavviso sussiste sia in caso di dimissioni volontarie del lavoratore

dimissioni

Posso dimettermi dal contratto a termine?

Alcuni lavoratori spesso sollevano dubbi in merito alle dimissioni prima del termine nel caso di un contratto a tempo determinato. Temono infatti che il datore di lavoro possa rivalersi su di loro reclamando un risarcimento per il danno subito e trattenendo la somma in busta paga. Nel contratto a termine le parti stabiliscono in anticipo

patto di non concorrenza

Patto di non concorrenza fra dipendente e datore di lavoro

Può accadere che le aziende affianchino al contratto di assunzione il cosiddetto “patto di non concorrenza” volto a tutelare il know-how aziendale. Vediamo di cosa si tratta e a cosa deve porre attenzione il lavoratore affinché sia valido. Il patto di non concorrenza è regolato dall’art. 2125 del Codice civile ed è una clausola contrattuale con

Lavoro a chiamata o voucher? Ecco cosa conviene.

  “Mi conviene il lavoro a chiamata o il voucher?” Quale delle due forme contrattuali è più conveniente per il datore di lavoro? Questa domanda mi viene spesso rivolta dalle aziende che hanno bisogno di una prestazione flessibile o saltuaria. Proviamo a fare un po’ di chiarezza 😄   Nel presente articolo vedremo: Cosa sono

Richiedi una consulenza gratuita

Parla direttamente con me...